"Sea Watch: basta con la passerella propagandistica di intimidazioni e irrisioni di Salvini"
Assistiamo sgomenti e disgustati al braccio di ferro sulla vita dei migranti della Sea Watch, mentre il ministro dell'Interno schernisce in modo intollerabile la capitana della nave e un ex ministro della Repubblica, Giorgia Meloni, avanza l'incredibile proposta di "affondamento". È una mostruosa regressione di civiltà, oltre che di umanità, da parte di personaggi che dovrebbero dare un esempio di responsabilità e di senso delle istituzioni. La legge “sicurezza” dimostra sempre di più il suo vero volto xenofobico, oltreché la sua impotenza: il porto di Lampedusa rimane chiuso solo per le Ong, ma gli sbarchi continuano. È una guerra privata del ministro, dopo che le pretestuose accuse contro le Ong stesse si sono sgonfiate come bolle di sapone. Quella di Salvini non è una politica sull'emigrazione, né c'è alcun governo del fenomeno, che invece andrebbe disciplinato e regolato, tenendo sempre come bussola la Costituzione. Si tratta esclusivamente di una propagandistica passerella di intimidazioni, irrisioni e minacce. Cosa dice il Presidente del Consiglio che, proprio in base alla Costituzione, “dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile”? Davanti alle grida inconsulte per la difesa dei confini nazionali colpisce poi il silenzio dell'Unione Europea, ancora una volta incapace di assumersi il compito di gestire le emergenze umanitarie.
PRESIDENZA E SEGRETERIA NAZIONALI ANPI
27 giugno 2019