Walter Tabacchi
A 19 anni si era arruolato volontario ed aveva frequentato un corso di specializzazione presso la Scuola della Marina di La Spezia. Terminata la ferma era tornato a casa. Nel maggio del 1939, richiamato in servizio, era stato imbarcato sul cacciatorpediniere "Francesco Crispi", partecipando per oltre trenta mesi alle attività belliche ed ottenendo la "Croce di Guerra al valor militare sul Campo" e la promozione a sottocapo. Nel maggio del 1942, sbarcato dalla "Crispi", Tabacchi fu mandato al deposito CREM della Marina a La Spezia. Fu qui che il giovane, sorpreso dall'armistizio, decise di rifiutare ogni collaborazione con i nazifascisti e di passare con la Resistenza. Raggiunte le formazioni partigiane operanti sull'Appennino ligure-emiliano, Tabacchi partecipò a numerose, audaci azioni. Fu mortalmente ferito a Saliceta San Giuliano (MO), durante l'attacco diretto contro l'automezzo sul quale viaggiava un certo colonnello Rossi della RSI. Tabacchi morì all'ospedale di Modena, dove era stato trasportato e dove veniva torturato. Alla sua memoria è stata concessa la MdO con la seguente motivazione: "Eccezionale figura di combattente partigiano, fu sempre presente in ogni azione di particolare ardimento facendo rifulgere le sue doti di coraggio e di audacia. Unitamente ad altri animosi affrontava con bombe a mano l'autovettura ove era un comandante nemico e, benché caduto gravemente ferito, in un superbo sforzo di volontà riusciva a rialzarsi scagliandosi con la pistola in pugno contro il nemico. Colpito da una raffica di mitra, prima di chiudere la sua coraggiosa e nobile esistenza, gridava al nemico che tentava inumanamente strappargli informazioni: 'Siate maledetti, i miei compagni mi vendicheranno' ". Dopo la morte del sottocapo Tabacchi, prese il suo nome un brigata partigiana della Divisione "Modena-Pianura". A lui, dopo la Liberazione, sono state intitolate strade a Modena e in altri Comuni della provincia.