Decio Filipponi
Nel 1943, interrotti gli studi perché chiamato alle armi, era stato assegnato al 75° Reggimento fanteria a Trieste. Sorpreso dall'armistizio mentre, dopo un periodo trascorso in ospedale, si trovava presso il Deposito reggimentale, il giovane, sottotenente di complemento, riuscì a non farsi catturare dai tedeschi. Raggiunte le Marche, Filipponi si unì alle prime formazioni partigiane operanti nei Monti Sibillini e divenne presto il comandante della Brigata "Val Fiastre", che guidò con perizia in numerose azioni di guerra. All'alba del 29 marzo '44 fu sorpreso dai tedeschi, durante il rastrellamento di Piobbico, nella casa dei fratelli Edo e Ildo Mariotti suoi compagni di brigata. Filipponi si consegnò per evitare rappresaglie. Il suo gesto non evitò che la casa che l'aveva accolto fosse distrutta, ma almeno gli abitanti si salvarono. Condannato a morte, il giovane comandante partigiano, "affrontava il capestro - com'è scritto nella motivazione della ricompensa al valore - con l'animo dei forti, che le sevizie infertegli non erano riuscite a piegare". Dopo la Liberazione, l'Università di Roma ha conferito alla memoria di Decio Filipponi la laurea "ad honorem". Al nome del giovane partigiano sono state intitolate una via di Roma e un Largo a Sarnano.