Antonio Meluschi
Era il critico teatrale del Corriere Padano e, subito dopo l'8 settembre 1943, entrò nella Resistenza nel Bolognese. Dall'inizio del 1944, con la moglie Renata Viganò ed altri antifascisti, Meluschi fece parte della redazione del foglio clandestino La Comune, che veniva stampato ad Imola. Nell'aprile del '44 Meluschi dovette allontanarsi dalla cittadina per sottrarsi alla caccia dei nazifascisti, ma finì egualmente per cadere nelle loro mani. Torturato dalle SS, Meluschi riuscì fortunosamente a sfuggire ai suoi aguzzini e a riparare in provincia di Ferrara. Qui assunse il comando di un gruppo di formazioni partigiane operanti, fino alla Liberazione, nelle valli di Campotto, di Argenta e di Comacchio. Nell'immediato dopoguerra, Meluschi ha pubblicato due volumi dedicati alla Resistenza: La morte non costa niente (Milano 1946) ed Epopea partigiana(ANPI Bologna 1949). Sempre dedicato alla Resistenza, nel 1976 è uscito L'armata in barca. Nella città natale di Antonio Meluschi gli è stata intitolata una strada. A lui e alla moglie, a Casalecchio di Reno, hanno dedicato una "Saletta seminariale".