Sandro Delmastro
Dopo essersi laureato in Chimica, era entrato come allievo ufficiale all'Accademia navale di Livorno e, nel 1942, fu destinato all'Arsenale di La Spezia. Qui, subito dopo la caduta del fascismo, si adoprò - prevedendo cosa sarebbe successo di lì a poco - per organizzare le difese contro i tedeschi. Dopo l'armistizio, il giovane ufficiale raggiunse il Piemonte e si unì ai primi gruppi di partigiani della Valle di Lanzo. Passato in Val Pellice, assunse il comando delle bande di "Giustizia e Libertà" che si erano costituite nella zona. Agli inizi del 1944 gli fu affidato il compito di riorganizzare le squadre cittadine torinesi di "GL" e fu poi tra gli organizzatori dei grandi scioperi di Torino del mese di marzo. Quando, il 2 aprile, il Comitato militare del CLN regionale piemontese cadde nelle mani dei nazifascisti, Delmastro fu inviato presso le formazioni "GL" del Cuneese per tentare, con uno scambio di prigionieri, un estremo salvataggio dei compagni. Delmastro non riuscì a portare a termine la missione. Catturato ad un posto di blocco, tentò la fuga quando il camion che lo trasportava era giunto in prossimità della "Casa littoria" di Cuneo. Fu ucciso con una raffica di mitra - e divenne così il primo Caduto del Comando militare piemontese del Partito d'Azione - da un "mostruoso carnefice-bambino", com'ebbe a definire il suo assassino Primo Levi, che era stato, di Delmastro, compagno di scuola e di escursioni in montagna. Il cadavere del partigiano ucciso fu lasciato per ore sull'asfalto e fu poi portato via su un carretto della nettezza urbana.