L'Anpi: "La medaglia al fascista Mori va revocata"
È stata riconvocata qualche giorno fa la Commissione competente per il riconoscimento al repubblichino Paride Mori, allargata anche ad altre presenze, fra cui quella dell’ANPI; in rappresentanza del Presidente, Carlo Smuraglia, ha assistito alla riunione Gianfranco Pagliarulo, membro del Comitato Nazionale, che non ha mancato di ribadire che l’ANPI, non facendo parte della Commissione, poteva dare solo un contributo di opinioni, avendo cercato di acquisire qualche elemento sulla incredibile vicenda. Non ha mancato altresì di confermare il convincimento già espresso anche in questa sede, che medaglie o riconoscimenti “per il sacrificio alla Patria” non possono essere, in via di principio, attribuite a chi ha combattuto alle dipendenze di una sedicente ed illegale Repubblica, contrastando coloro che si battevano per la libertà e la democrazia.
Per di più, nel frangente, è emerso (v. l’articolo di Alessandro Fulloni su corriere.it intitolato: “Foibe, 300 fascisti di Salò ricevono la medaglia per il giorno del ricordo”), che numerose altre attribuzioni di riconoscimenti e medaglie, sempre in base alla legge istitutiva della “Giornata del ricordo” sarebbero state effettuate anche in passato, con criteri che l’ANPI ritiene - se confermati - assolutamente inaccettabili e contrastanti con la reale finalità di quella legge e con la stessa Costituzione.
La Commissione si è aggiornata, ritenendosi da parte di alcuni componenti, che vi fosse la necessità di acquisire elementi più certi sulla figura di Mori e sulla dinamica della sua scomparsa. L’ANPI tiene a ribadire che, in ogni caso, quali che siano le risultanze ulteriori, quella medaglia e per di più con quella motivazione, non poteva essere data e dunque va revocata.
Commenta Carlo Smuraglia, è presidente nazionale dell'Anpi: "Siamo nel settantesimo della Liberazione e si stanno predisponendo iniziative, da parte di Ministeri e del Parlamento, per dare un riconoscimento a chi ha combattuto per la libertà. Sarebbe veramente incredibile, e addirittura offensivo, che si premiasse, contemporaneamente, chi si è “sacrificato” per l’illegittima Repubblica di Salò e dunque in favore della prosecuzione di una disastrosa dittatura, che tanti lutti e danni ha recato al nostro Paese. Sarebbe veramente spiacevole che qualche partigiano a cui si vuol dare un riconoscimento, si sentisse moralmente tenuto a rifiutarlo, se in contemporanea, si continuasse a premiare i fascisti e in particolare i repubblichini".
"Sento parlare in questi giorni - aggiunge Smuraglia - di “pacificazione”; ma non riesco a capire di che cosa si tratti: noi non siamo in guerra con nessuno e siamo ben lontani dall’idea di fomentare odio, ma non possiamo consentire che si manometta la storia; la quale ci insegna che una guerra di Liberazione, combattuta da uomini e donne coraggiosi, col concorso di tante persone che hanno partecipato in molte forme diverse, ma tutte ugualmente importanti; molti, per la nostra libertà, hanno sacrificato la propria vita".
"Dall’altra parte, c’erano i tedeschi (e son ben note le efferatezze compiute da molti di loro); ma c’erano anche i fascisti, che combattevano per conservare la dittatura e il fascismo e che non furono inferiori, in fatto di barbarie, in molte occasioni, ai tedeschi peggiori. Questa è la realtà storica, che non può essere superata da nessuna “pacificazione”; e soprattutto non può essere violentata offrendo ricompense e riconoscimenti a chi si trovava dalla parte “sbagliata”, perpetuando la tragedia del ventennio fascista ed i disastri e le persecuzioni da esso create".
"Ci aspettiamo, dunque - conclude il presidente dell'Anpi - che si compia un’attenta verifica, non tanto e solo sul caso Mori, che – a nostro avviso – è chiarissimo (e il riconoscimento va revocato), quanto sui numerosi casi di cui si è scritto di recente sulla stampa, in cui la consegna di medaglie a non meritevoli appare come inaccettabile (e dunque andrà revocata) alla luce dei principi e dei valori consacrati nella nostra Costituzione".
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