Patria Indipendente
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Patria Indipendente come prima, meglio di prima. Non più un mensile di carta, ma un quindicinale online. In aggiunta, due numeri cartacei ogni anno su un tema particolare, che è opportuno approfondire. Così si è trasformata Patria, per adempiere meglio alla missione antifascista che ci accomuna e che ci stimola. Mai come oggi, proprio a causa del tempo difficile in cui viviamo, l'antifascismo si presenta come un sistema di valori di particolare attualità, una speranza concreta di cambiamento, un argine democratico alla palude di tipo razzista, xenofobo, neofascista, presente nel nostro Paese.
Per contrastare questa deriva c'è anche Patria Indipendente, che vorremmo diventi il periodico di tutti gli antifascisti italiani proprio perché è il periodico della più numerosa associazione che si richiama alla straordinaria esperienza della Resistenza e della Liberazione.
Di che cosa si parla in queste pagine online? Del presente, perché la sfida nata sulle montagne e nelle città dopo l'8 settembre 1943 e vinta il 25 aprile 1945, continua oggi, quando, più che mai, c'è bisogno di respirare trasparenza, legalità, liberazione. Ma per affrontare il presente con serietà occorre approfondire il passato, fare i conti con la storia, mettere a valore la memoria. E dunque tornare a riflettere – ed in primo luogo conoscere – non solo su quei mesi, ma anche sul tempo successivo, quello della proclamazione della Repubblica, e poi della Costituzione, e poi gli anni 50, e così via. Parlare del presente e riflettere sul passato è la chiave – l'unica chiave scientifica – per immaginare il futuro. Ed immaginare il futuro oggi, quando siamo sommersi da una cultura delle immagini spesso vuota, dal declino di un sistema di valori umanistico e democratico, da un indebolimento inquietante di quell'insieme di relazioni, stili di vita, principi di convivenza che chiamiamo coesione sociale, vuol dire contribuire a ricostruire una speranza per tutti, in particolare per coloro ai quali sembra che questa speranza sia negata: le ragazze e i ragazzi del nostro Paese.
Per queste ragioni Patria Indipendente affronta un ampio spettro di temi: quelli della società e delle idealità, della politica e della memoria, della storia delle persone e dei territori; ma anche quelli della cultura, nella sua accezione più ampia, come testimonianza del presente, portato del passato, presagio del futuro. Cultura, dunque, in tutti i sensi: quella colta e quella popolare, quella letteraria, musicale, scientifica, delle arti visive, dello spettacolo. Insomma, lo specchio magico dell'Italia, dell'Europa, del mondo di oggi.
Patria Indipendente era, è e sarà partigiana: perché partigiana è la Repubblica democratica, partigiana è la Costituzione, partigiana è la democrazia faticosamente costruitasi nei decenni successivi. Perché partigiano vuol dire essere per la libertà e l'eguaglianza, per la solidarietà e la giustizia sociale, per la legalità e la cittadinanza, per il lavoro e per la pace. Perché la Patria indipendente che ci ha consegnato la Costituzione è l'Italia fondata sul lavoro e l'Italia che ripudia la guerra. Perché partigiani – infine – sono tutti coloro che ci hanno consegnato, spesso al prezzo di inenarrabili sofferenze o al prezzo della vita, una nuova Italia. Una grande possibilità che non si è ancora pienamente compiuta, che oggi sembra messa in ombra, per la quale vale la pena continuare a lottare, a testa alta, con la fronte rivolta verso il sole.
LA STORIA DI PATRIA
Con il sottotitolo “Quindicinale della Resistenza e degli ex combattenti” il primo numero esce il 2 marzo 1952 (comitato di direzione: Emilio Lussu – Leonida Repaci – Giovanni Serbandini; responsabile Fausto Vighi). Dal 1998 la cadenza di Patria diviene mensile. A dirigerla negli anni sono stati: Fausto Vighi (dal febbraio al novembre 1959), Francesco Fausto Nitti (dal 1959 al 1974), Alfonso Bartolini (dal 1974 al 2001), Lucio Cecchini (dal 2001 al 2004), Giulio Mazzon (dal 2004 al 2005), Wladimiro Settimelli (dal 2005 al 2015). Su Patria hanno scritto le più prestigiose firme della politica e della cultura italiana (specialmente nel primo decennio della sua vita). Per citarne solo alcuni: Elio Filippo Accrocca, Leonetto Amadei, Achille Battaglia, Piero Calamandrei, Piero Caleffi, Umberto Calosso, Italo Calvino, Ideale Cannella, Ada Gobetti, Carlo Lizzani, Riccardo Lombardi, Emilio Lussu, Enrico Mattei, Domenico Riccardo Peretti-Griva, Leonida Repaci, Carlo Salinari, Bruna Sibille-Sizia, Umberto Terracini, Leo Valiani, Giuliano Vassalli, Renata Viganò, Ruggero Zangrandi, e tanti tanti altri.