Appuntamenti al Museo della Liberazione
70° ANNIVERSARIO DELL’INTERNAMENTO NEI LAGER DEI MILITARI ITALIANI
70° ANNIVERSARIO DELLA DEPORTAZIONE IN GERMANIA DEI 2500 CARABINIERI DA ROMA (7 ottobre)
100° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI VITTORIO EMANUELE GIUNTELLA
Domenica 6 ottobre 2013 - ore 10,30
- Proiezione del film documentario “PRIGIONIERI ITALIANI” di Massimo Sani e incontro con l’autore
- Presentazione del volume ZERISSENE LEBEN (Vita lacerata) (Graev 2013) di Hans- Herbert Holzamer
e incontro con l’autore
La proiezione di “PRIGIONIERI ITALIANI” verrà ripetuta alle ore 17,00
Lunedì 7 ottobre 2013 - ore 16,30
Incontro di studio in onore di Vittorio Emanuele Giuntella
I MILITARI ITALIANI NELL CRISI DEL 1943-45
Prigionieri, internati, partigiani, combattenti
Coordina Antonio Parisella,
intervengono Annamaria Casavola, Isabella Insolvibile, Luciano Zani, Antonino Zarcone
Attività valida come aggiornamento per insegnanti, per la quale verrà rilasciato l’attestato.
POSTI LIMITATI SI SUGGERISCE DI PRENOTARSI A info@museoliberazione.it
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Schede a seguire
ZERISSENE LEBEN (Vita lacerata) di Hans- Herbert Holzamer
Graev editore, luglio 2013
In tempi difficili, tra la sopravvivenza, la vita e l'amore spesso vi sono laceranti fratture. L'obiettivo di questo libro è, appunto, quello di mostrare le lacerazioni di una vita in tempo di guerra, partendo dalle memorie raccolte tra i superstiti.
L’8 settembre 1943, dopo l’armistizio separato del Regno d' Italia con gli Alleati, i comandi tedeschi hanno cominciato a catturare militari italiani e ad inviarli in Germania per impiegarli nei campi di concentramento come lavoratori forzati. Si trattava degli IMI, gli internati militari italiani, circa 700 000 persone . Era l' ultimo gruppo di vittime della repressione tedesca nella seconda guerra mondiale, il cui destino è rimasto finora in gran parte sconosciuto e incompreso .
Il tenente Renzo Cervone, protagonista del libro, è uno di quegli IMI. All’inizio della sua carriera nell'esercito italiano era amico dei tedeschi e nello stesso tempo amante di una donna ebrea. Ma dové anch’egli percorrere - e disilludersi - la strada da Roma a Nordhausen, in Kohnstein nel Mittelbau-Dora, Valle Jonas e nel campo speciale SIII dove lavorò sui razzi V1 e V2 e altre presunte armi miracolose. Riuscì sempre a farla franca grazie alla buona volontà dei comandanti tedeschi che apprezzavano il suo impegno. Ma il suo avversario, Sturmbahnführer Lutz Grevenitz, lo teneva d’occhio e lo tirò sempre più a fondo nel vortice del naufragio Terzo Reich.
Però da esso Renzo si salvò e in Germania, a Erfurt, ha lasciato il suo figlio Tonino e la sua nipote Ute che nel 1995 incontrerà un altro figlio, del quale non potevano conoscere l’identità e il background familiare. Ma a rivelarla saranno due metà di un’unica fotografia, una in possesso di Ute l'altra dell'italiano, che si sommeranno in una unità sorprendente e inspiegabile. Ute Cornelius inizierà, da allora, a riannodare i fili e ricercare la vita strappata, in un viaggio che li condurrà a Roma e ripercorrerà il passato tedesco e italiano, trovando la soluzione ai suoi dubbi e la salvezza del patrimonio di memorie.
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PRIGIONIERI ITALIANI, di Massimo Sani
La lunga e dolorosa vicenda di quasi un milione e mezzo di soldati e ufficiali italiani disseminati in tutti i continenti del mondo - nei campi di prigionia francesi, greci, inglesi, russi, americani, tedeschi - durante la seconda guerra mondiale. Una situazione veramente paradossale che non ha eguale nelle guerre combattute da grandi eserciti: gli italiani caddero prigionieri di tutte le forze belligeranti. Una buona metà (oltre 700.000) dei prigionieri di guerra italiani venne catturata dai tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, ed il rovesciamento delle alleanze che portò l'Italia da alleata della Germania nazista a cobelligerante delle potenze Alleate (Gran Bretagna, Stati Uniti), della Francia libera e dell'Unione Sovietica. L'altra metà si trovava già - prima dell'8 settembre - nei campi di prigionia inglesi, francesi, americani e sovietici. Il triste periodo della prigionia e dell'internamento, i numerosi trasferimenti, i duri mesi e anni di vita nei campi di concentramento e nei luoghi di lavoro (per molti prigionieri si tratta di massacranti lavori forzati), fino al sospirato momento del rimpatrio. Decine di migliaia non fecero ritorno nelle loro case.
Autore: Massimo SANI (Ferrara 1929)
Collaboratori: Vincenzo BITONTI; Benedetto GHIGLIA; Paolo FATTORI.
Fondazione 'Libero Bizzarri', Roma 1998
Format: 1/2 pollice; VHS; misto, PAL; sonoro; altro: 110m
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MUSEO STORICO DELLA LIBERAZIONE
Via Tasso 145, Roma
tel. 067003866, fax 0677203514
web: htpp://www.museoliberazione.it
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