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Ali contro Mussolini

I raid aerei antifascisti degli anni Trenta.

Franco Fucci, Mursia, 1978, pp .263

Questo libro “ritrovato” racconta le storie poco conosciute – fra il luglio 1930 e l’ottobre 1931 – di tre personaggi legati dal filo di una volontà di lotta espressa con il “mezzo” che il regime fascista meno si aspettava: l’aeroplano. I loro nomi: Giovanni Bassanesi, Giordano Viezzoli e Lauro De Bosis. Non si conoscevano. Ognuno di loro agì di propria iniziativa.
Giovanni Bassanesi ebbe contatti con vari ambienti del fuoriuscitismo quando, giovane maestro, era emigrato in Francia. Presidente della Sezione parigina della LIDU (Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo) aderente alla Concentrazione Antifascista, Bassanesi aveva rischiato l’espulsione dalla Francia in seguito al lancio di manifestini contro il regime mussoliniano, durante una manifestazione musicale diretta da Mascagni in un teatro parigino (12 dicembre 1928). Così maturò in lui l’idea di effettuare un volo di propaganda sull’Italia, idea che lo indusse a stabilire contatti con il movimento “Giustizia e Libertà”.
Il volo si svolse su Milano, la mattina dell’11 luglio 1930: Bassanesi pilotò l’aereo, in compagnia del repubblicano Gioacchino Dolci che lo aiutò nel lancio di 100.000 manifestini invitanti, con il motto di “Giustizia e Libertà”, alla ribellione antifascista. Al ritorno, dopo avere sbarcato Dolci nel Canton Ticino, Bassanesi, diretto in Francia, precipitò sul Gottardo, riportando ferite e subendo l’arresto per violazione della legge elvetica. Processato a Lugano (18/20 novembre 1930) subì solo la condanna per contravvenzione a quattro mesi già scontati, a cui seguì l’espulsione.
Giovanni Viezzoli, sottufficiale pilota, destinato alla 146a squadriglia idrovolanti, di base a Elmas (Cagliari), in contatto con esponenti di “Giustizia e Libertà”, aveva programmato un volo di propaganda su Genova. Un delatore ben infiltrato negli ambienti antifascisti e alcune “ingenuità” dei sostenitori dell’impresa portarono all’arresto, nel mese di ottobre 1930, di Viezzoli, poco prima della data programmata per il volo, e di esponenti di “Giustizia e Libertà”, in varie parti d’Italia. Un mese dopo, veniva diramato dall’Agenzia Stefani il comunicato ufficiale sulla retata con i nomi degli arrestati e il relativo deferimento al Tribunale Speciale (nell’elenco, spiccano i nomi di Riccardo Bauer, Ferruccio Parri ed Ernesto Rossi).
Viezzoli lo ritroviamo in Spagna dove, il 30 settembre 1936, con il bimotore Potez, battezzato “La Commune de Paris”, acquistato con una sottoscrizione degli operai parigini e regalato alla squadriglia di Malraux, decollò dalla base di Barajas per la terza missione della giornata. Fu la sua ultima missione, colpito a morte da caccia avversari.
Giordano Viezzoli fu sepolto nel cimitero di Carabanchel, alla periferia di Madrid, accanto ai già molti caduti della squadriglia Malraux.
Lauro De Bosis, figlio del poeta Adolfo, laureato in chimica, come aderente ad Alleanza Nazionale, propugnatrice di un’azione antifascista guidata dalla monarchia, progettò un volo dimostrativo su Roma che effettuò il 3 ottobre 1931 con un  aereo Klemm Pegasus di fabbricazione tedesca, lanciando miglia di manifestini contenenti appelli al Re e agli italiani. Nel viaggio di ritorno cadde in mare, presso la Corsica (era decollato da Marignane, in Francia).
Prima di partire aveva lasciato un testamento spirituale, un lucido documento antifascista (il testo fu pubblicato, nell’originale francese, scritto quasi senza correzione, dal quotidiano di Bruxelles “Le Soir”, nell’ottobre 1931; evidentemente, De Bosis ne aveva inviato copia al redattore-capo, suo amico, Auguste D’Arsac, oltre che all’avvocato Francesco Luigi Ferrari).


Franco Fucci, ufficiale degli Alpini, con l’8 settembre prende la strada della “montagna”. Comanda uno dei primi reparti partigiani nella zona di Como. Ferito in uno scontro, viene catturato e rimane in prigione fino alla Liberazione. È stato caporedattore de “Il Giorno”.