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Critica della ragion cinica

di Peter Sloterdijk, Cortina Ed., 2013, pp.388, euro 29,00

Se il “cynicus” Diogene viveva in una botte, il “cinico” moderno aspira invece al potere e al successo. “Critica della ragion cinica” parte da questa contrapposizione, per rileggere l’intera storia della filosofia. Dalle frecciate di Diogene contro Platone alla rivisitazione del “Grande Inquisitore” dostoevskijano, da Nietzsche e Heidegger alle drammatiche parabole della Repubblica di Weimar e della rivoluzione russa.

Sloterdijk mette a nudo i rischi della coscienza. Sostenuto da una vena satirica, intreccia provocatoriamente storia del pensiero e costumi, moda, arte, ideologia e mass media. E, dopo aver tracciato una lucida diagnosi della crisi politico-morale del nostro tempo, ci indica una possibile terapia, attraverso il coraggio di un nuovo “cynismus”, come forma di difesa.

Era il 1983, quando in Germania apparve questo libro, opera prima di Sloterdijk, definito da Jürgen Habermas un “capolavoro di letteratura filosofica”.

Peter Sloterdijk, fra i protagonisti del dibattito filosofico contemporaneo, insegna Filosofia ed Estetica presso la Staatliche Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe e dirige l’Istituto di Filosofia della Cultura presso la Akademie der bildenden Künste di Vienna. È autore di: “Devi cambiare  la tua vita” (2010), “La mano che prende e la mano che dà” (2012) e “Stress e libertà” (2012).