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Da una memoria divisa ad una memoria condivisa

a cura di Anna Maria Isastia e Federico Niglia, Mediascape Edizioni, 2011, pp.172, euro 18,00

A cura dell’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’internamento e dalla Guerra di Liberazione) e dell’ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati) sono stati ora raccolti in volume gli atti del Forum sulla memoria “divisa” e sulla memoria “condivisa”, in relazione ai rapporti Italia-Germania durante e dopo la seconda guerra mondiale, svoltasi a Roma nel 2010.

L’obiettivo del Forum – scrivono nella presentazione Enzo Orlanducci e Stefano Caccialupi, rispettivamente Presidente esecutivo ANRP e Segretario generale ANEI – era soprattutto quello di offrire input e spunti per un lavoro da portare avanti nel tempo. Manca, infatti, a tutt’oggi un’attenta ricerca storica italo-tedesca che ponga le basi di un’analisi condivisa. Nel corso degli interventi è stata messa a fuoco anche la necessità, soprattutto da parte italiana, della costituzione di un corpus della documentazione sulle vicende degli IMI (Internati Militari Italiani) che possa essere a disposizione, oltre che degli storici, anche dei familiari delle vittime del nazismo.
Nel corso del Forum è stata ribadita l’importanza della costituzione di una Commissione italo-tedesca di storici, utile non solo a fare luce sul passato, ma anche a creare un clima di maggiore comprensione tra i due paesi. Comune, negli interventi, è stato l’auspicio a un confronto, che non sia di assoluta contrapposizione, ma induca a ripensare le pagine di storia comune, anche quelle più dolorose, in termini di memoria condivisa.

Molti progressi sono stati compiuti, come rilevato dal prof. Luciano Zani nel suo intervento di indirizzo ai lavori, a livello di ricerca scientifica e di storia degli IMI, intesa come parte di un’epopea di più vaste dimensioni (“non è più un buco nero; il vuoto è in parte colmato, si può ripartire avendo una buona base d’inizio su cui impostare il futuro”). Questa “ripartenza” passa attraverso una rilettura della seconda guerra mondiale che sappia fondere il discorso pubblico e la grande storia con le vicende dei singoli.
Il superamento dei limiti di un’analisi limitata alle questioni politiche, diplomatiche e militari portano a investigare le dinamiche culturali e sociali – come evidenziano Anna Maria Isastia e Federico Niglia nella introduzione – che hanno influenzato e determinato l’azione dei protagonisti. In questo modo si esce naturalmente dai limiti cronologici della guerra e dell’immediato dopoguerra e si finisce per affrontare i rapporti tra Italia e Germania in un’ampia prospettiva storica.

La professoressa Maria Rita Saulle, Emerita di Diritto internazionale e Giudice costituzionale, ha messo l’accento sul fatto che l’appartenenza all’Europa deve tendere a eliminare le cause di dissenso che si sono avute negli anni precedenti, e che solo questo può portare a condividere la memoria. Del resto, ha precisato, un esempio fondamentale è ciò che la Comunità ha prodotto nei rapporti franco-tedeschi e questo può essere un paradigma per l’Italia e per la Germania in questo settore. Il problema della memoria condivisa concerne, infatti, i rapporti italo-tedeschi che risalgono certamente all’inizio del secolo scorso, arrivano alla seconda guerra mondiale, e si riverberano nell’attualità.

La professoressa Saulle ha anche ricordato che, durante la seconda guerra mondiale, il Padre fu il primo Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Bolzano. Ricercato dai nazisti, che avevano promesso una cospicua taglia a chi l’avesse consegnato, fu costretto alla fuga con la famiglia a Milano. A lui subentrò Manlio Longon, giustiziato davanti alla sede del Corpo d’Armata, dove è ricordato con una lapide. Il padre della Saulle continuò a coordinare gli aiuti destinati al campo di concentramento di Bolzano e svolse altre attività dirette alla liberazione del territorio.

Al Forum sono intervenuti: Gabriella Gribaudi (docente di Storia contemporanea) sull’Immagine dei soldati tedeschi nella memoria orale della guerra; Sabrina Frontera (dottoressa di ricerca) su I militari italiani internati negli Oflag e negli Stalag del Terzo Reich; Antonella De Bernardis (ricercatrice presso l’Università di Genova) su Dietrich Bonhoeffer e la Germania nella memoria italiana contemporanea; Tiziana Di Maio (ricercatrice di Storia delle relazioni internazionali) sul tema Dalla cesura del ’43 alla sfida europeista; Anna Maria Casavola (collabora, come ricercatrice, con il Museo della Liberazione) sul Dovere della storia.
Al Forum è seguito un ampio dibattito, introdotto da Elena Aga Rossi (docente di Storia contemporanea).

Anna Maria Isastia è docente associata di Storia contemporanea (La Sapienza, Roma) e Presidente Vicario della Fondazione ANRP; Federico Niglia è dottore di ricerca in Storia dell’Europa.