Dalla Maiella alle Alpi
di Costantino Felice, Donzelli Ed., 2014, pp.XVI-466, euro 32,00
In Abruzzo, la linea Gustav ristagna dall’ottobre 1943 al giugno successivo, seminando ovunque morte e distruzione. La popolazione – entro un quadro geografico e storico peculiare – è stata coinvolta in evacuazioni di massa, bombardamenti, stragi, scontri all’arma bianca, fino alla “terra bruciata”.
Di questo scacchiere bellico, nella pubblica opinione – e anche nella letteratura corrente – è ricordata soprattutto la “battaglia di Cassino”, facendone risaltare il versante tirrenico, dal lato strettamente militare, come pure da quello resistenziale.
Anche le battaglie – dal Sangro a Ortona, significativamente definita la “Stalingrado d’Italia” – che nel 1943 si combatterono in Abruzzo, sul versante adriatico, furono tra le più rovinose della guerra. In questo contesto, ancor prima che al Nord, prese corpo un robusto movimento partigiano, dai tratti originali, la cui punta più avanzata, la Brigata Maiella, continuò a combattere con gli Alleati, fino alla liberazione dell’Italia intera.
L’Autore ricostruisce così un ricco mosaico di eventi (a cominciare dalla “battaglia” di Bosco Martese e dalla rivolta di Lanciano) che finora sono stati scarsamente considerati dalla storiografia nazionale e da quella internazionale. Da uno specifico quadro regionale, il libro offre uno spaccato variegato, per molti aspetti inedito, della guerra e della Resistenza in Italia, con la messa a fuoco di questioni cruciali.
Costantino Felice insegna Storia economica all’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara. Si occupa di Storia del Mezzogiorno, con riguardo all’Abruzzo e al Molise.