Deportati e internati siciliani
a cura di Barbara Bechelloni, Mediascape-Edizioni ANRP, 2009, pp.135, euro 19,00
“Raccogliendo, attraverso delle interviste, la memoria dei protagonisti,si è cercato di ricostruire quella storia scritta dal basso, che è insieme storia e sociologia,perché consente di comprendere l’impatto individuale e collettivo che gli eventi vissuti hanno determinato in un certo contesto sociale; in particolare, abbiamo cercato di mettere a fuoco come l’esperienza drammatica e dolorosa della deportazione e dell’internamento fosse stata vissuta dai protagonisti, dai familiari e dalla popolazione in genere della Sicilia e quali ripercussioni avesse determinato in quella compagine territoriale”, così commenta la professoressa Anna Maria Isastia nella “Presentazione”.
Il progetto di intervistare e archiviare testimonianze dirette di siciliani deportati o internati dopo l’8 settembre 1943 nei campi nazisti, è stato promosso dall’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla Guerra di Liberazione e loro familiari), nel quadro dell’impegno, a livello europeo, di promuovere indagini storiche sulla memoria delle dittature e dei totalitarismi nel vecchio continente. “Nella filosofia del Progetto europeo – precisa Enzo Orlanducci, Segretario generale ANRP – ci è apparso subito particolarmente stimolante quell’apertura al dialogo con altri partner, finalizzata alla creazione di un network, di una rete di contatti che potesse delineare, sotto diversi punti di vista, le problematiche della comune storia recente riguardante la deportazione e l’internamento, in modo particolare degli IMI , nell’ottica di perseguire una memoria finalmente condivisa”.
Il progetto, realizzato tra il 2008 e il 2009, ha portato alla raccolta di cinquanta interviste (allegato al libro l’audio-documento).
Una ricerca a carattere territoriale che mancava e che ha accostato storie tra loro diverse: quelle dei deportati nei campi di concentramento o di sterminio con quelle degli IMI (1), negli stalag per il lavoro coatto.
Le storie raccolte confermano la diversità ma anche le similitudini presenti nello spazio “confinante” nel quale l’esperienza della deportazione e quella dell’internamento si avvicinano e perlopiù si sovrappongono. Una ricerca, dunque, per fare conoscere pagine poco note della storia e uno stimolo per riflettere.
[1] Catturati dalle truppe tedesche dopo l’8 settembre 1943, a seguito dell’Armistizio firmato dall’Italia con le forze alleate. Inizialmente vennero considerati prigionieri di guerra e successivamente arbitrariamente definiti dai tedeschi IMI (Internati Militari Italiani), per sviare la Convenzione di Ginevra del 1929.