I compagni di settembre
di Alberto Vigevani, Endemunde, 2013, pp.160, euro 11,90
Pubblicato nell’ottobre 1944, firmato Tullio Righi, "I compagni di settembre" fu il primo romanzo che raccontò la Resistenza sulle montagne, tra il lago di Como e la frontiera svizzera.
Alberto Vigevani era, in realtà, l’Autore e, con il suo vero nome, il romanzo torna ora in libreria.
All’indomani dell’8 settembre, un giovane artista lascia in città la moglie e un figlio appena nato, per unirsi a un piccolo gruppo di partigiani in montagna.
Il romanzo è il fedele resoconto di questa scelta: i primi cauti contatti, la distribuzione delle armi, i turni di guardia, gli scontri a fuoco, i rastrellamenti, il pensiero della morte che non dà tregua. “Riuscirò a non avere paura?” si chiede il protagonista; e ancora: “Troverò la serenità di rischiare tutto, magari di essere fucilato?”.
Con uno stile asciutto e già neorealistico, Vigevani registra le imboscate, i dubbi e gli ardori di un ventenne borghese. Cosicché queste pagine restituiscono al lettore d’oggi “l’aria, il tono e la passione di quelle giornate tremende” (Franco Fortini).
In appendice, la felicità che traspare dalle cronache della Liberazione (Taccuino rosso), scritte da Vigevani per l’Avanti!, tra l’aprile e il maggio del 1945.
Alberto Vigevani (1918-1999), è stato uno dei più importanti scrittori del Novecento. Dopo una parentesi neorealista, ha inaugurato un personale e delicato filone di “letteratura di memoria”. Con “Estate al lago”, “L’invenzione”, “Il grembiule rosso” e “Un certo Ramondès” ha ottenuto premi e riconoscimenti di critica e di pubblico.