Il diario di Lena
di Lena Muchina, Mondadori, 2013, pp.351, euro 16,50
Leningrado, 22 maggio 1941. Il diario di Lena comincia qui, pochi giorni prima dell’invasione dell’Unione Sovietica da parte dell’esercito nazista.
Lena Muchina è una ragazza di sedici anni, alle prese con gli esami di fine anno, le uscite con le amiche, i primi innamoramenti. Poi, improvvisa, l’eco della guerra acquista intensità e comincia a fare da sfondo sempre più cupo alle sue riflessioni spensierate.
L’arrivo delle truppe naziste in terra sovietica obbliga Lena a prendere parte ai programmi di difesa: lavora dapprima alla costruzione di trincee e, poi, quando a settembre ha inizio l’assedio di Leningrado, come infermiera per i feriti di guerra, mentre gli scontri sempre più violenti privano i civili di beni primari come cibo, acqua ed elettricità.
Lena lotta per mangiare e ripararsi dai bombardamenti, ma non rinuncia a raccontare la guerra con la voce di chi, a sedici anni, guarda con fiducia al futuro. Nonostante la morte della nonna e poi della madre la privino di un sostegno proprio nel momento più difficile.
Questo diario era un documento storico depositato negli archivi di Stato dell’Unione Sovietica, dove è rimasto per oltre settant’anni, fino alla scoperta da parte di uno storico dell’università di San Pietroburgo che, colpito dall’intensità della scrittura, ha deciso di renderlo pubblico.
Lena Muchina (Ufa, negli Urali, 1924-1991) dopo l’assedio, in cui aveva perso i suoi cari, non tornò più a Leningrado e si rifugiò da alcuni parenti a Mosca.