Il partigiano Johnny
di Beppe Fenoglio, Einaudi, 1968, pp.376
È stato scritto che Fenoglio, con la Resistenza, ha raccontato la storia di una generazione. Quella che si può vedere ritratta in queste pagine: il giovane studente cresciuto nel mito della letteratura inglese che, dopo l’8 settembre, decide di rompere con la propria vita e di andare in collina a combattere con i partigiani. Una storia come tante altre, ma che Fenoglio riesce a rendere profonda, al di là dei gesti, delle passioni e delle avventure.
“Se il romanzo rappresenta quasi una summula della guerriglia partigiana sulle Langhe, per il minuzioso tracciato geografico, per la varietà delle vicende e dei casi, per l’indiscutibile tensione autobiografica (sono storie vissute dal ribelle Fenoglio, o sentite raccontare nei bivacchi e nei pagliai, rimbalzate di cresta in cresta come una esaltante epopea comunitaria) la figura di Johnny vi campeggia con una individualità che supera il fondo storico da cui prende vita. Quest’uomo costretto a una fuga senza fine per colline, macchioni, ritani, impegnato soprattutto a combattere contro se stesso – la stanchezza e la solitudine, la paura e la tenerezza –, a conquistare giorno per giorno, dentro di sé, le ragioni della sua rivolta ideale, sembra prefigurare, dal cuore di un’Europa di perseguitati e fuggiaschi, i più puri e attuali eroi del dissenso”, ha scritto Lorenzo Mondo nella presentazione del libro, pubblicato postumo.
Altre figure Fenoglio le aveva tratteggiate fin dal 1946, nel suo primo racconto resistenziale (“Appunti partigiani ’44-’45”) nei quali campeggiano il partigiano Beppe e i due amici Cervellino e Piccàrd, alla prova tutti di una drammatica realtà, fra processi ed esecuzioni sommarie, ripiegamenti nella boscaglia, rapide avanzate, desolazioni, difronte ai tedeschi che rastrellano le colline delle Langhe.
Ma è forse con “Una questione privata” che Fenoglio raggiunge l’apice della sua prova letteraria. Per dirla con le parole di Calvino: “Il libro che la nostra generazione voleva fare, adesso c’è”. Un libro in cui “c’è la Resistenza proprio com’era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente dalla memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione, e la furia. Ed è un libro di paesaggi, ed è un libro di figure rapide e tutte vive, ed è un libro di parole precise e vere”.
Beppe Fenoglio nacque ad Alba il 1° marzo 1922; nell’estate del 1962 fu colto dalla malattia che lo spense a Torino l’8 febbraio 1963.