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Io sono l’ultimo

a cura di Stefano Faure, Andrea Liparoto, Giacomo Papi, Einaudi, 2012, pp.331, euro 18,00

 

“Eravamo in varie formazioni sistemati sulle colline, io stesso avevo mandato dei compagni sulle parti alte come il Bricco Lu e da lì vedevamo bene la Val Cioccaro con la strada che la percorre. Erano arrivati altri gruppi partigiani a rinforzare le nostre posizioni… In paese e nelle frazioni la gente ha potuto vedere coloro che erano venuti con l’intenzione di fare rastrellamenti e fucilazioni, come avevano già fatto, andarsene battuti, con le armi scariche. I contadini accompagnarono i feriti e i morti fino al ponte distrutto sul Tanaro e ritornarono a casa senza incidenti”: questi sono due passaggi della partecipata lettera-testimonianza di questa antologia. Autore: Attilio Prunotti (“Attila”), calzolaio, comandante (XXVIII Brigata Garibaldi, Langhe).

Sono 128 le lettere qui raccolte,  con la collaborazione dell’ANPI: un racconto corale sulla partecipazione alla lotta per la Libertà e per la Democrazia, emozionante, collettivo di testimoni viventi della guerra di Liberazione. Un racconto che arriva dal passato per parlare al presente.
A scrivere sono stati per la quasi totalità partigiani o staffette; alcune testimonianze sono di persone che hanno contribuito alla lotta di Liberazione in altri modi, certificati dalla storiografia ufficiale: militari, deportati, sfollati, civili.

Questa raccolta, scrive Giovanni Papi, uno dei curatori, costituisce un’ideale complemento (“Quasi un’ultima parola”) delle “Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana”, pubblicate nel 1952: “Ma per quanto si faccia fatica, per quanto poco tempo rimanga, tutti condividono il bisogno di testimoniare”.

Per ognuno degli autori sono indicati dati biografici e dati storici (nome di battaglia, qualifica come partigiano, grado, brigata o corpo o divisione, area di attività). L’opera, nel suo complesso, restituisce il senso di una lotta combattuta su gran parte del territorio nazionale (e non solo) da individui provenienti dalle più distanti località della penisola.

Nella nota, firmata da Andrea Liparoto, è precisato che le pagine di questo libro sono indirizzate ai giovani: “A loro i partigiani raccontano, a loro intendono affidare così un testimone  che sia forza di futuro, continuità di sogno e impegno per realizzarlo: un Paese di persone uguali nei diritti e libere.  L’Italia della Costituzione, eredità immensa e imprescindibile della Resistenza”.

Mauro De Vincentiis