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La mia Roma. Diario 1943-1944

di Umberto Zanotti Bianco, Edizioni Piero Lacaita, 2011, pp.334, euro 20,00

“9 gennaio 1943. Sono stato ieri da Croce. Sedutosi vicino a me si è sfogato: è vecchio e vorrebbe prima di morire rivedere una Italia pulita, tornata al senso dell’onore, una Italia in cui siano rispettati tutti i cittadini”.

Così l’incipit di questo diario, finora inedito, di Umberto Zanotti Bianco (1889-1963), uno dei maggiori protagonisti della lotta antifascista e del riscatto del Mezzogiorno (partecipò, nel 1910, alla fondazione dell’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno, di cui è stato Presidente). Da sempre antifascista, per elezione legato al mondo liberale, in queste pagine, segue un percorso di cui sono pervenute poche testimonianze dirette: l’ambiente dei militari monarchici che si raccoglievano attorno a Cordero di Montezemolo e quello più intellettuale dei liberali della nuova e della vecchia generazione.

Ricercato dalla polizia, nascosto in casa di amici, Zanotti Bianco tesse le fila di una Resistenza che si organizzò e operò accanto a quella che faceva capo al CLN, delineando aspetti inediti di Roma “Città aperta”.
“È una fonte preziosa per ricostruire – scrive nella prefazione Fabio Grasso Corsini – la trama tessuta per estromettere Mussolini, nella quale vennero coinvolte personalità della vecchia classe politica, ambienti di corte, esponenti militari. Tra questi ambienti e la Principessa di Piemonte, Maria Josè, Zanotti Bianco fu il tramite”.

Accanto alla figura di Maria Josè, nel diario, emergono altri personaggi femminili: Giuliana Benzoni, Fulvia Ripa di Meana, Elena Carandini Albertini, Lidia Mazzolani Storoni. Sottolinea Fabio Grasso Orsini: “Dalla lettura del diario si ha l’impressione che fossero le donne ad avere una parte prevalente in questa complessa opera di resistenza civile”. Aggiunge anche che sarebbe sbagliato pensare che abbiano avuto una funzione sussidiaria nei riguardi degli uomini, perché erano politicamente impegnate e avevano intessuto una rete di rapporti dedicata all’assistenza della popolazione.

Nel diario sono anche ricordati episodi drammatici, come quello dell’irruzione di una banda di tedeschi e di fascisti nel Palazzo Doria. Di rilievo gli incontri con personaggi come Manlio Brosio, Vittorio Emanuele Orlando, Benedetto Croce, Nicolò Carandini e altri esponenti liberali di Roma, nei quali si confrontavano su come lavorare per la reggenza o per l’abdicazione del re a favore del figlio Umberto a cui, anche per il ruolo che poteva svolgere Maria Josè, Zanotti Bianco era favorevole.