La resistenza Tricolore
di Arrigo Petacco e Giancarlo Mazzuca, Mondadori, 2010, pp. 170, euro 19,00
8 settembre 1943: dopo la proclamazione dell’armistizio da parte del maresciallo Badoglio e la fuga di Vittorio Emanuele III e del governo a Brindisi, i militari italiani, abbandonati al loro destino, si trovarono di fronte alla scelta di stare con il re o con il duce. Seguirono ore febbrili, durante i quali i tedeschi si impadronirono facilmente della parte non ancora liberata della Penisola. Contro di loro ebbe inizio la Resistenza. Con questo termine si intende, in genere, la Resistenza partigiana, attiva soprattutto dal giugno 1944, giacché la storiografia ufficiale pare avere dimenticato la dolorosa vicenda dei tanti militari che, in obbedienza agli ordini ricevuti e mantenendo fede al giuramento prestato, rifiutarono di arrendersi ai nazisti e morirono combattendo, non solo in Italia ma anche nei Balcani, in Corsica, nelle isole dell’Egeo, e nelle altre lontane località presidiate dalle nostre truppe. Arrigo Petacco e Giancarlo Mazzuca, con l’ausilio di documenti storici e testimonianze dirette di coloro che si trovarono a vivere quelle ore cruciali, ridanno voce, in queste pagine, a una memoria trascurata. Fra i primi caduti della Resistenza, sono da ricordare i duemila marinai che, al comando dell’ammiraglio Carlo Bergamini, si trovavano a bordo della nave da guerra “Roma”: la sera dell’8 settembre, senza una sola diserzione, raggiunsero i loro posti di combattimento nella squadra navale che salpò da La Spezia diretta a Malta e fu attaccata dai tedeschi durante la navigazione. Gli autori rievocano poi il tragico destino delle migliaia di militari che morirono a Cefalonia, a Lero, in Iugoslavia e in Albania, e quello dei seicentomila internati che, preferendo languire nei lager tedeschi piuttosto che cedere alle lusinghe della Repubblica Sociale, non godettero dello status di prigionieri di guerra tutelati dalle convenzioni internazionali, che furono costrette a sottostare a condizioni di vita disumane. Fra loro, Giovannino Guareschi e Alessandro Natta, futuro segretario del PCI. Sono infine ricordati i militari “resistenti” (alpini, bersaglieri e paracadutisti) che, riuniti nel Corpo italiano di liberazione, combatterono a fianco degli Alleati, formando poi i Gruppi di combattimento, il cui apporto fu determinante nell’ultima fase della guerra.
Arrigo Petacco è stato direttore della “Nazione” e di “Storia illustrata”. Giancarlo Mazzuca è stato vicedirettore della “Voce” e direttore del “Quotidiano nazionale”, del “Resto del Carlino” e del “Giorno”.