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Né Stato né Nazione. Italiani senza meta

di Emilio Gentile, Laterza, 2011, pp. 126, euro 9.00

In prefazione è scritto: “Nel mondo in cui viviamo, la nazione è tuttora il principio supremo che legittima l’unione di una popolazione nel territorio di uno Stato indipendente e sovrano. Su questo principio è nato il 17 marzo 1861 lo Stato italiano e su questo principio è stato ricostituito dopo il 1945”. Ma l’Italia va controcorrente: alla vigilia del 150° anniversario dell’Unità, il nostro paese sembra afflitto da una grave crisi di sfiducia nella propria esistenza. Secondo Gentile, molti cittadini pensano che la nascita dello Stato unitario sia stato un errore e che una nazione italiana non sia mai esistita. E vorrebbero prendere un’altra strada; ma non sanno quale.In un mondo di Stati nazionali, gli italiani rischiano di vagare, litigiosi e divisi, verso un futuro incerto e senza meta. Emilio Gentile invita, pertanto, a riflettere su oltre un secolo di storia,per comprendere le ragioni di tanto smarrimento; e, con l’immaginazione, apre uno spiraglio al “miracolo della speranza”.

Emilio Gentile insegna Storia contemporanea all’Università di Roma (“La Sapienza”). Tra le tante opere editate: “Le origini dell’Italia contemporanea”, “Fascismo. Storia e interpretazione”, “Il culto del littorio”, “Il fascismo in tre capitoli”.