Nel nome del figlio. La famiglia Puecher
di Giuseppe Deiana, Mursia Ed., 2013, pp.528, euro 24,00
Tra il dicembre del 1943 e l’aprile del 1945 si consuma la tragica storia dei Puecher, una famiglia della borghesia milanese distrutta dalla guerra, tra Resistenza e deportazione: il giovane Giancarlo, ventenne, cattolico, idealista, partigiano subito dopo l’8 settembre, fucilato dai fascisti alla fine del 1943; il padre Giorgio, notaio, arrestato, deportato e morto di stenti a Mauthasen, in nome della passione civile per cui era stato ucciso suo figlio.
La drammatica fine di questi due eroi dimenticati della Seconda guerra mondiale è raccontata in un lavoro di ricerca di documenti e di testimonianze, che la ricolloca in un quadro storico più ampio: dove Resistenza e deportazione sono strettamente connesse, in un’unica lotta per la libertà e la democrazia. Sono così analizzati i confini storico-geografici della Resistenza e della deportazione in Italia. Una ricostruzione storica che ha come fine la ricerca, nell’Italia di oggi, di quei valori per cui Giancarlo e Giorgio Puecher hanno sacrificato la loro vita, per trasmetterne la memoria alle nuove generazioni.