Pane nero
di Miriam Mafai, Ediesse, 2008, pp.304, euro 15,00
È questa la storia delle donne vissute negli anni del “pane nero”, anni che le videro balzare a ruolo di capofamiglia e di “uniche vincitrici” della guerra perduta.
Roma era felice, quel 10 giugno 1940, com’erano felici Milano, Torino, Cosenza, Bari, Palermo, Bologna, Firenze. La guerra sarebbe durata poche settimane. Parigi stava per cadere. Presto sarebbe caduta anche Londra. Milioni di donne preparavano la cena a milioni di uomini, mentre, annunciate dall’uccellino della radio, nelle case italiane si sentivano le parole di Mussolini: “L’ora della decisione suprema è scoccata”. Cominciò così l’avventura di guerra dell’Italia fascista. Durò cinque anni, durante i quali migliaia di donne combatterono la più lunga battaglia della loro vita: contro la fame, contro le bombe, contro una guerra la cui fine si allontanava di giorno in giorno.
Con la forza evocativa di una mano neorealista, Miriam Mafai ricostruisce la vita quotidiana di questo esercito femminile di madri, di mogli, di operaie, di borghesi, di fasciste, di partigiane e di “borsare nere”. Ne nasce un’epopea che ha come scenario le città bombardate, Roma “città aperta” e le campagne percorse dalle fanterie di tutti gli eserciti.