Quando si pensava in grande
di Rossana Rossanda, Einaudi, 2013, pp. 241, euro 17,50
Sono qui raccolte “le voci del secolo breve”, registrate dall’Autrice nelle interviste che ha realizzato nel tempo. Venti “voci” che vanno da Lukàcs, Aragon, Sartre, Mendès France a Trentin, De Rita e Cofferati e che conducono alla domanda, sottolineata da Rossanda nella prefazione-saggio: “Perché uno straordinario tessuto di grandi idee è stato così combattuto e sconfitto?”.
“Queste interviste – scrive Rossanda – sono piuttosto liberi dialoghi, colpi di sonda, che raccontano come questo o quel personaggio vedeva il mondo in quel preciso tempo e luogo. Rilette a distanza di tempo e di luogo, offrono non poche sorprese… Gli interrogati sono tutti uomini, come se non avessi incontrato nessuna donna coinvolta nella politica classica del Novecento. Dico classica perché i personaggi femminili più impegnati che ho avuto la fortuna di conoscere lavoravano su quella questione fondamentale che poteri, storia e diritto hanno sempre tenuto sottotraccia, cioè il rapporto e conflitto di genere che percorre tutta la vicenda umana”.
Rossana Rossanda, nata a Pola, si trasferisce da giovane a Venezia e poi a Milano dove si laurea nel 1946 in filosofia. È stata tra i fondatori de “il manifesto”. Tra i suoi libri, ricordiamo: “L’anno degli studenti” (1968); “Le altre. Conversazioni sulle parole della politica” (1979); “La ragazza del secolo scorso” (2005); “Un viaggio inutile” (2008).