Vite di carta
Anna Pizzuti, Donzelli, 2010, pp.VI-234, euro 24,00
“Signor questore di Frosinone non è stato possibile conoscere il luogo ove gli ebrei, qui internati, furono deportati”. Così scriveva il sindaco di San Donato Val di Comino nel 1945, a poco meno di un anno dalla conclusione della vicenda dei ventotto ebrei stranieri che, a partire dall’agosto del 1940, erano stati internati dal regime fascista nel paese in provincia di Frosinone, al confine con l’Abruzzo. Sedici deportati, di cui dodici deceduti nei lager nazisti, salvi gli altri grazie anche, in vari casi, all’aiuto ricevuto dagli abitanti del paese.
Il lavoro di Anna Pizzuti che, con passione civile, insegue nelle carte le tracce della vicenda degli internati ebrei stranieri in Italia, rimasta a lungo sommersa, ricompone le storie dei singoli e di intere famiglie che, dal 1940 al 1944, entrarono sia pure forzatamente, nella vita della piccola comunità di San Donato.
La testimonianza più concreta di queste vite senza diritti, appesa a un foglio, a un timbro, a una firma di un funzionario senza volto, è restituita dai documenti conservati negli archivi, attraverso un paziente lavoro di ricostruzione.