Adone Zoli
Di origini romagnole e toscano di adozione nel 1907 si era laureato in Legge ed aveva esercitato l'avvocatura prima a Genova, poi a Bologna e, infine, a Firenze. Qui era entrato in contatto col suo collega Tommaso Brunelli, che nel 1919 sarebbe stato eletto deputato per il Partito popolare e che avrebbe influenzato le scelte politiche di Zoli. L'avvocato romagnolo, che aveva combattuto nella Prima guerra mondiale meritando tre decorazioni al valore, nel dopoguerra partecipò a vari Congressi dei Popolari e nel 1921 entrò a far parte del Comitato centrale del partito di don Sturzo.
Antifascista, Adone Zoli nel 1943 non esitò ad aderire alla Resistenza, tanto che fu arrestato a Firenze con due dei suoi figli. Incarcerato a "Villa Triste", processato e condannato a morte riuscì ad evitare la pena capitale. Libero dopo tre mesi di prigione, Zoli, che era entrato a far parte, in rappresentanza dei democristiani, del CLN toscano, riuscì, nel febbraio del 1944, ad evitare che i nazifascisti lo catturassero un'altra volta.
Dopo la Liberazione di Firenze (11 agosto 1944), fu nominato vice sindaco del capoluogo toscano e divenne uno degli esponenti più in vista della DC: eletto deputato nelle elezioni del 1948, Zoli fu vice presidente del Senato dal marzo 1950 al luglio 1951, quando divenne ministro di Grazia e Giustizia del settimo Governo De Gasperi. Con tale incarico Zoli (che aveva sostenuto a suo tempo l'attuazione di quella che va sotto il nome di "amnistia Togliatti"), operò per il miglioramento delle condizioni di vita e della dignità dei detenuti, non venendo mai meno al suo antifascismo, come dimostrò nel 1957 quando si dimise da Presidente del Consiglio, rifiutando i voti determinanti del Movimento Sociale Italiano. Ciò non gli impedì tuttavia di adoprarsi perché i resti di Benito Mussolini (che sono raccolti a Predappio nel cimitero di San Cassiano, dove oggi riposano anche le spoglie di Zoli), fossero restituiti alla famiglia.
Ad Adone Zoli, che ha retto anche i dicasteri delle Finanze e del Bilancio, sono intitolate strade, piazze e scuole nella sua Cesena e in molte altre località d'Italia. Dal 1963 è molto attivo a Napoli un Centro Studi di Politica Economica e Sociale che porta il suo nome.
Il Comune di Firenze, l'Istituto Storico della Resistenza e l'Amicizia Ebraico Cristiana hanno voluto collocare, su un edificio di Piazza della Libertà dove la famiglia Zoli abitava, una lapide che dice: "In questa casa/ durante l'occupazione tedesca/ la famiglia di Adone Zoli/ aiutò e salvò ebrei braccati da fascisti e/ nazisti/ lottò per la liberazione di Firenze/ conobbe con i figli Giancarlo e/ Angelo Maria/ la detenzione e la minaccia di morte/ incombente a Villa Triste/ partecipò alla vita democratica della/ Città e dell'Italia liberata".