Adriano Caralli
Militare in Fanteria, dopo l'armistizio Caralli era subito entrato nella Resistenza, scegliendo come nome di battaglia quello di "Omero". Il suo impegno nella lotta contro i nazifascisti durò soltanto pochi mesi. Sorpreso dai tedeschi mentre con altri suoi compagni, a bordo di due auto, era di ritorno da una missione, il giovane fu abbattuto a raffiche di mitra. Pietro Secchia e Cino Moscatelli, nel loro libro Il Monte rosa è sceso a Milano, edito nel 1958 dall'Einaudi, hanno così ricostruito il sacrificio di Adriano Caralli e dei suoi compagni: "èIl 9 febbraio dieci uomini guidati dal comandante Salza (Mastrilli), compiuta un'importante azione di polizia, rientrano su due macchine a notte inoltrata; segnalati da una spia, cadono in un agguato teso dalle SS a Sordevolo. La prima macchina riesce a sfuggire, ma la seconda, che seguiva a breve distanza e sulla quale si trovavano i garibaldini Caralli, Chiorino, Manni e Mastrilli, viene violentemente investita dal fuoco nemico. I partigiani armati di sole pistole rispondono, ma l'efficacia del loro tiro è scarsa e, ad uno ad uno, cadono. Il primo ad essere colpito è Caralli che a terra mortalmente ferito continua a sparareè". Poco dopo la morte dell'operaio di Occhieppo, si costituirà sull'Alpe Valneira un distaccamento partigiano della VII Brigata Garibaldi, che continuerà, col suo nome, la lotta contro fascisti e tedeschi. Nel suo paese natale un viale porta oggi il nome di Adriano Caralli.