Agostino Piol
Nel gennaio del 2000, centinaia di abitanti di Rivoli (un Comune alle porte di Torino), hanno seguito commossi i funerali di una donna di 90 anni, Brigida Piol. È stato l'estremo omaggio ad una madre che, durante la seconda guerra mondiale e la Resistenza, aveva perso i suoi quattro figli e anche il marito e che aveva avuto la casa bruciata dai nazifascisti. Il primo, lacerante dolore Brigida lo provò il 26 luglio 1943, quando il giovanissimo figlio Severino - che con altri ragazzi era andato a manifestare, davanti alla Casa del fascio, la gioia per la caduta del fascismo - fu ucciso con una rivoltellata dal custode dell'edificio. Pochi mesi dopo, ecco la morte di Vairo, dilaniato a quindici anni da una bomba a mano trovata in un prato. Ancora poco tempo e la morte del marito, ucciso mentre tentava di sfuggire ai fascisti. Della famiglia - che si era trasferita nel Torinese dal Bellunese - restarono soltanto Agostino e Arduino che, per sottrarsi alla cattura da parte dei tedeschi, raggiunsero la montagna. Agostino, che faceva il meccanico nella fabbrica "Giustina" di Torino, nel 1943 era stato chiamato alle armi e assegnato al Battaglione "Exilles" del 3° Reggimento Alpini. Dopo l'armistizio si era dato alla macchia e si era unito ai primi gruppi di partigiani, che avrebbero poi dato vita alla 43ª Divisione Autonoma "Sergio De Vitis". In seguito Agostino Piol divenne commissario di un battaglione della Brigata "Ferruccio Gallo", che diresse in numerosissime azioni contro il nemico. Il giovane commissario, gravemente ferito il 5 ottobre 1944, dopo essere caduto in un'imboscata dei tedeschi a Rivalta, morì quattro giorni dopo all'ospedale di Giaveno, dove i suoi compagni erano riusciti a trasportarlo. Così è stato ricordato il sacrificio di Agostino Piol nella motivazione della ricompensa al valore: "Comandante di una squadra in perlustrazione nell'interno di un abitato, attaccato di sorpresa da un plotone nemico, non esitava ad aprire il fuoco su di esso con un fucile mitragliatore, ingaggiando impari lotta a distanza ravvicinata. Visti cadere tre suoi compagni e costretto dalla pressione di elementi avversari, balzava in piedi e da solo si lanciava all'assalto costringendo l'avversario stesso a ripiegare, ma nella fase finale della lotta, mortalmente colpito all'addome, doveva alcuni giorni dopo, purtroppo, soccombere. Magnifica figura di patriota e di valorosissimo combattente della Libertà".
L'ultimo dei Piol a cadere per la libertà fu Arduino, abbattuto dai tedeschi pochi mesi dopo alla Sacra di San Michele. Ai fratelli Piol è stata dedicata una strada di Rivoli e, nell'agosto del 2003, a loro è stato intitolato, nel Bellunese, un Museo-Rifugio a Pian delle Femene.