Alberto Epifani
Era stato chiamato alle armi nel 1942 ed era di stanza a Roma. Due giorni prima dell'arresto di Mussolini, il giovane contadino decise di disertare. Tornato a Mandela (con due fucili ed una diecina di bombe a mano prelevati in caserma), convinse due suoi compaesani a darsi con lui alla macchia per combattere il fascismo. Dichiarato disertore nei giorni della caduta del regime, Epifani (pur senza legami col fronte antifascista), condusse la sua lotta solitaria contro i tedeschi: sulla strada per Orvieto assalì e distrusse un camion della Wehrmacht; in un bar di Tivoli sorprese e uccise due ufficiali nazisti; si prodigò per porre in salvo aviatori anglo-americani precipitati nella zona.
Il 20 dicembre, durante un rastrellamento, il giovane contadino fu catturato, nei pressi di Roccagiovine, mentre era in compagnia di due piloti della RAF. I tedeschi avviarono i prigionieri inglesi verso il campo di Fossoli e sottoposero Epifani alle più dure sevizie. La vigilia di Natale, il partigiano italiano fu fucilato contro il muro di un cimitero, a pochi chilometri dalla sua casa.