Alberto Fantacone
Tre mesi dopo l'inizio della seconda guerra mondiale, mentre come tenente del 2° Reggimento bersaglieri si trovava sul fronte greco-albanese, perse una gamba combattendo a Kiorkuzat. Insignito della Croce di guerra e collocato temporaneamente in congedo, Fantacone poté laurearsi in Legge. L'armistizio lo sorprese in servizio presso il Distretto militare di Arezzo. Rifiutando di arruolarsi nell'esercito della RSI, tornò a Roma con la moglie e la figlia. Nella Capitale entrò nella Resistenza, in una formazione del Partito d'azione, col compito di procurare documenti falsi ai patrioti che ne avevano bisogno. In seguito a delazione, fu sorpreso dalle SS mentre partecipava ad una riunione clandestina e rinchiuso nella cella n° 13 di via Tasso. Torturato a più riprese senza che gli sfuggissero informazioni utili ai nazifascisti, Fantacone fu infine trasferito nel carcere di Regina Coeli, nel "braccio" riservato ai detenuti politici. Di qui i tedeschi lo prelevarono, quando decisero la strage delle Fosse Ardeatine. Porta il nome di Alberto Fantacone, una strada di Esperia (Frosinone).