Alberto Tarchiani
Rinvio a Rosselli, Lussu, Nitti, Badoglio
Nel 1903 aveva cominciato la professione giornalistica al Nuovo giornale di Firenze; era poi passato alla Tribuna di Roma e, da qui, al milanese Corriere della Sera. Volontario nella Prima guerra mondiale, mentre era al Fronte era stato chiamato a Roma, come sottosegretario alla Propaganda. Tornato al Corriere della Sera vi svolse il ruolo di redattore capo dal 1919 e, allorché il quotidiano passò sotto il diretto controllo del regime fascista, si dimise dall’incarico e si trasferì in Francia. Nel 1929 il giornalista collaborò all’organizzazione della fuga da Lipari, dove erano stati confinati, di Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Fausto Nitti e con loro fu, pochi mesi dopo a Parigi, tra i fondatori di “Giustizia e Libertà”. Quando i tedeschi invasero la Francia, Tarchiani riuscì a raggiungere gli Stati Uniti e qui fondò la “Mazzini Society” di cui divenne segretario. In America collaborò con giornali locali ed europei e quando, nel 1943, poté rientrare nell’Italia già liberata, fu chiamato nel Governo Badoglio come ministro dei Lavori Pubblici. L’anno successivo Bonomi gli affidò importanti incarichi di carattere economico e nel gennaio del 1945 Tarchiani fu nominato ambasciatore dell’Italia a Washington, dove rimase per oltre 20 anni, esercitando una grande influenza sulla politica estera italiana.