Alcide Arnoulet
Di famiglia valdese, subito dopo l'armistizio prese parte alla lotta armata contro i nazifascisti costituendo, con altri, il gruppo detto dei Chabriols (o anche dei "Ventuno", dal numero dei primi componenti), che fu attivissimo tra Villar e Torre Pellice. Si deve ad Arnoulet, e al suo compagno René Poet, una curiosa invenzione militare. I "Ventuno" avevano, infatti, deciso di colpire una caserma tenuta dal nemico, servendosi dei proiettili di mortaio da 81 di cui erano venuti in possesso; non possedevano però il mortaio. Arnoulet e Poet non si persero d'animo: alle bombe di mortaio assicurarono una sorta di miccia a combustione rapida, costruirono una specie di robusta fionda e con tutto l'armamentario si portarono sul tetto di una casa prossima alla caserma. Di lì tirarono contro l'obiettivo, producendo notevoli danni. Il non più giovane contadino valdese partecipò ancora, da protagonista, a vittoriosi fatti d'arme contro le forze nemiche e si distinse particolarmente negli scontri che avvennero in Val Pellice nei primi giorni del febbraio 1944. Proprio il giorno 3, a conclusione di un combattimento, che aveva visto i partigiani mettere in fuga il nemico facendo anche molti prigionieri, Arnoulet, mentre i suoi si sganciavano, volle tornare sul luogo dello scontro per recuperare le molte armi e munizioni abbandonate sul terreno dai nazifascisti. Mentre stava occultando il materiale, fu sorpreso e catturato. Per più di una settimana i nazifascisti sottoposero il partigiano a feroci sevizie, contando di averne informazioni. Visti inutili i tentativi di piegare il prigioniero, lo passarono per le armi.