Aldo "Bisagno" Gastaldi
Impiegato all'Ansaldo San Giorgio di Sestri Ponente, seguiva i corsi di economia all'Università di Genova. Chiamato alle armi, nel marzo del 1942 era diventato sottotenente del Genio. L'annuncio dell'armistizio lo colse a Chiavari, dov'era al comando di un plotone del 15° Reggimento Genio. Fu così che a Cichero, nell'entroterra chiavarese, nacque con Gastaldi e alcuni comunisti del luogo, il primo gruppo di partigiani genovesi. Un mese dopo, Gastaldi era già al comando (con il nome di copertura di "Bisagno", che richiama l'omonimo torrente), della prima formazione partigiana della zona, che sarebbe poi diventata la 3a "Garibaldi". La Brigata avrebbe assunto il nome di "Cichero" allorché, nel maggio del 1944, i nazifascisti dettero alle fiamme l'eroico villaggio. "Bisagno", che era riuscito a rendere sempre più forte la Brigata - anche avvalendosi dell'apporto (soprattutto in armi), degli alpini del Battaglione "Vestone" della "Monterosa", che aveva convinto a disertare e a passare con la Resistenza - diventò vice comandante della VI Zona, che comprendeva parte della Liguria e i territori montani delle province limitrofe del Piemonte, della Lombardia e dell'Emilia. Dissapori tra le varie formazioni partigiane (Gastaldi era spinto, com'è stato rilevato, dalla coscienza dell'alto valore morale e patriottico della lotta che conduceva, e dalla sua fede religiosa), portarono poi alla divisione della "Cichero", ma non diminuirono la fama di "Bisagno". Aldo Gastaldi morì un mese dopo la Liberazione, cadendo - dal tetto della cabina - sotto le ruote del camion col quale aveva accompagnato a Riva di Trento alcuni dei suoi partigiani smobilitati. Per onorare la memoria di Gastaldi, il Comune di Genova ha dato il suo nome ad una delle principali arterie cittadine, su cui si affaccia la "Casa dello studente". Un monumento gli è stato eretto nel Parco dell'Acquasola, in viale XII Ottobre . La MOVM ad Aldo Gastaldi è stata concessa con questa motivazione: "Fra i primissimi ad accorrere in difesa della sua terra oppressa dal nemico, partecipava a numerose azioni di guerra alla testa dei suoi partigiani che lo avevano eletto capo per l'indomito coraggio e l'alto spirito di sacrificio sempre ed ovunque dimostrati. Audace assertore di azioni di sabotaggio distruggeva con leggendario ardimento e tecnica perfetta importanti opere fortificate avversarie, inseguendo, disperdendo e catturando i nemici atterriti, ma ammirati, dalla sua audacia. Mentre completava la sua missione restituendo alle loro case i partigiani superstiti della lotta, suggellava con la morte la sua giovane eroica esistenza". Nel 1995, Elena Bono ha pubblicato (con prefazione di Paolo Emilio Taviani), un libro su questo protagonista della Resistenza dal titolo Per Aldo Gastaldi "Bisagno". Nel 2003 il volume è stato ristampato dall'Editrice Le Mani. A Genova una scuola media statale è intitolata ad Aldo Gastaldi; a Rovegno, nel Ponente genovese, gli è stato eretto un monumento al ponte sul Trebbia. Il 24 aprile 2005, i resti mortali di Aldo Gastaldi sono stati traslati dal "Campo di Trento e Trieste" al Pantheon del Cimitero monumentale di Staglieno, dove riposano i genovesi più illustri. Nel 2006 a Fascia, il più alto Comune della Liguria, in Val Trebbia, una strada è stata intitolata ad Aldo Gastaldi.