Alessandro Bocconi
Si era laureato in Legge e in Scienze agrarie e aveva iniziato giovanissimo l'attività politica. Processato due volte nel 1894 per motivi politici, nel 1898, per sfuggire a una condanna a 3 anni di carcere, si rifugiò in Svizzera. Nel 1902 Bocconi (che dirigeva nelle Marche il giornale socialista Il Cigno), divenne membro della Direzione del PSI e, dal 1905, fu deputato socialista per sei Legislature e vice presidente della Camera.
Pacifista, durante la Prima guerra mondiale fu denunziato per disfattismo. Prima e dopo la "marcia su Roma" si oppose ai fascisti e, al momento delle "Leggi eccezionali", fu tra i deputati dichiarati decaduti e confinato per cinque anni. Emigrato clandestinamente a Parigi, Bocconi fu (con Carlo Rosselli, Bruno Buozzi, Giuseppe Saragat e altri), tra gli organizzatori della "Concentrazione antifascista". Rientrato in Italia dopo il 25 luglio 1943, partecipò alla Resistenza come membro del CLN.
Dopo la Liberazione l'esponente socialista fece parte dell'Alta Corte di Giustizia e presiedette la Commissione centrale di epurazione. Consultore nazionale, deputato alla Costituente, senatore di diritto nel primo Parlamento repubblicano, nel 1947 fu, con Saragat, tra i fautori della scissione del PSI. Al suo nome sono intitolate strade di Ancona e di Jesi, che fu suo collegio elettorale.