Alessandro Scotti
Aveva partecipato alla Prima guerra mondiale come ufficiale di complemento degli Alpini ed era stato decorato con due Medaglie d'argento. Nel 1921 col fratello Giacomo (che sarebbe deceduto nel 1936, per i postumi di un violento pestaggio subito dagli squadristi, che volevano punirlo per aver votato alla Camera contro la proposta mussoliniana del 1926 che introduceva la pena di morte), Alessandro Scotti fu tra i fondatori del Partito dei Contadini d'Italia. Sempre col fratello Giacomo nel 1922 aveva respinto a mano armata un'aggressione squadristica alla casa paterna di Montegrosso e, anche per questo, dovette emigrare.
Rientrato in Italia nel 1930, con l'obbligo di risedere a Torino, Scotti insegnò all'Istituto Sociale sino che, nel 1940, non fu richiamato alle armi. Al momento dell'armistizio si trovava ad Alessandria; si portò subito nell'Astigiano, dove organizzò una formazione partigiana (la Brigata Rurale "Monviso"), che venne poi inquadrata nelle formazioni "Giustizia e Libertà" della zona. Nel 1946 ridiede vita al Partito dei Contadini, del quale capeggiò la lista nelle elezioni all'Assemblea Costituente.
Eletto deputato ebbe rinnovato il mandato nelle elezioni del 1948 per la circoscrizione Alessandria-Asti-Cuneo. Quando la sua base elettorale cominciò ad essere erosa dalla DC, Scotti affidò le proprie fortune politiche all'alleanza con il Partito nazionale monarchico, nelle cui liste fu eletto deputato nel 1953. Concluso il mandato nel 1958, si ritirò dalla vita politica. Su di lui, Giovanni De Luna ha pubblicato: Alessandro Scotti e la storia del Partito dei contadini - 1889-1922.