Alfonso Cigala Fulgosi
Di antica famiglia genovese (i suoi antenati hanno dato dogi e capitani del popolo alla repubblica marinara), aveva partecipato alla prima Guerra mondiale come ufficiale del "Lancieri di Firenze". Ferito sul Monte Santo, appena si ristabilì Cigala Fulgosi prese parte alla seconda battaglia della Marna. Concluse la sua brillante carriera militare al comando del presidio di Spalato. Fu fucilato dai tedeschi - che pure lo avevano precedentemente decorato della Croce di ferro - per averli combattuti all'annuncio dell'armistizio. Come responsabili dell'uccisione di Cigala Fulgosi e di altri 748 ufficiali e soldati italiani del presidio di Spalato, furono indicati il generale von Ritter e il comandante delle SS August Schothuber. La medaglia al valore di Cigala Fulgosi reca questa motivazione: "In un momento di generale smarrimento spirituale, reagiva con violenza all'ordine impartitogli di cedere le armi. Pur avendo chiara visione della immancabile tragedia che incombeva sulle truppe ai suoi ordini, mantenendo inalterata la fede alle leggi dell'onore militare, ne condivideva la sorte con cosciente determinazione sottraendosi fieramente all'offertagli possibilità di salvezza. Organizzata la resistenza, la alimentava con indomito valore insensibile ai massacranti bombardamenti aerei e, benché tutto ormai crollasse inesorabilmente attorno a lui, la protraeva con eroica tenacia per lungo tempo, infliggendo al nemico severe perdite. Sommerso da preponderanti forze avversarie e fatto prigioniero, affrontava con supremo sprezzo della vita il plotone di esecuzione, rifiutando di farsi bendare gli occhi (il generale si strappò anche dal petto la decorazione germanica - NdR) ed attendendo la raffica mortale al grido di: «Viva l'Italia». Combattente di tre guerre, più volte decorato, cadde come visse, fedele al suo giuramento di soldato, esempio luminoso, ai più, di preclari virtù militari".