Ambrogio Belloni
Era nato a San Michele (un sobborgo del capoluogo), in una benestante famiglia della borghesia alessandrina. Il padre era magistrato e Ambrogio ne aveva seguito le orme, laureandosi in Legge ed esercitando, per dieci anni, la professione. Il collegio di difesa degli operai arrestati a Torino durante i moti del 1917 lo aveva visto, non a caso, tra i suoi membri più appassionati.
Ambrogio Belloni, nel 1892, era stato tra i fondatori del PSI, della cui Direzione fece parte negli anni 1918-1919. Sempre attivo militante nelle frazioni di sinistra del suo partito (nel 1910 era stato anche segretario della Lega Contadina di Alessandria), nel 1921 l'avvocato socialista aveva aderito, fin dalla fondazione, al Partito comunista, del cui Comitato centrale entrò a far parte.
Deputato comunista nella XXV e nella XXVI Legislatura, Ambrogio Belloni combatté sempre energicamente il fascismo. Ferito, perseguitato, più volte incarcerato, nel 1926 il parlamentare comunista era stato condannato dal Tribunale speciale a cinque anni di confino. Avrebbe scontato la pena prima in Molise e poi nelle Isole Eolie.
Tornato in libertà nel 1932, non rinuncerà alla lotta antifascista clandestina ad Alessandria e, dopo l'8 settembre 1943, ecco Belloni prendere parte alla Resistenza. L'avvocato comunista, che ha dedicato la propria vita alla causa dei lavoratori, è morto in un incidente stradale con un automezzo militare avvenuto sulla provinciale Casale-Vercelli. Belloni (con altri due compagni, pure deceduti), mentre si stava recando a Villanova Monferrato per tenervi un comizio. All'età di 86 anni, era ancora attivo ed ascoltato consigliere comunale di Alessandria, la città che lo aveva visto pioniere del movimento socialista e che, perché non sia dimenticato, gli ha intitolato una via.