Amedeo Ugolini
Nipote di un repubblicano romagnolo esule in Turchia per motivi politici, Amedeo Ugolini venne in Italia, all'inizio della Prima guerra mondiale, per prestarvi il servizio militare. Nel dopoguerra, stabilitosi a Bologna, vi fondò la rivista L'Accigliata, che ebbe scarsa diffusione, tanto da indurlo, in grandi ristrettezze economiche, a trasferirsi a Chiavari (Genova). Qui, si diede all'attività di scrittore che lo portò al successo. Nel 1934, infatti, vinse il "Premio Foce" con la trilogia I fuggiaschi, che aveva composto tra il 1929 e il 1933. Nello stesso periodo Ugolini andò maturando il suo impegno antifascista, che lo fece diventare punto di riferimento per molti giovani liguri, tra i quali Giovanni Serbandini. Nel 1937 ecco lo scrittore a Parigi, per collegarsi al Centro estero del Partito comunista e avviare, con lo pseudonimo di Aldo Bruti, la collaborazione col periodico Voce degli italiani. Ugolini avrebbe ripreso a collaborare stabilmente con la Voce degli italiani quando, per sfuggire all'arresto, dovette tornare in Francia. A Parigi lo scrittore, nel 1938, fondò e diresse l'agenzia di stampa L'informateur Italien. Come inviato dell'agenzia, partecipò a diversi convegni internazionali e, soprattutto, seguì la Guerra civile spagnola. Sul conflitto avrebbe poi scritto due volumi: Racconti spagnoli e Malaga. Quest'ultimo, edito in Italia nel 1954, è stato il vincitore del Premio letterario "Cinque Bettole". All'inizio del secondo conflitto mondiale, Ugolini si trovava a Parigi con la famiglia e stava lavorando al romanzo L'albergo nell'oasi. Non aveva però interrotto i contatti politici clandestini. Denunciato alla Gestapo da un delatore, lo scrittore fu arrestato, trasferito in Germania e quindi consegnato alla polizia italiana. Deferito al Tribunale speciale e condannato, il 5 giugno 1942, a cinque anni di reclusione, rimase nelle carceri di Fossano (Cuneo) sino alla caduta di Mussolini. Dopo l'armistizio prese parte alla Guerra di liberazione come membro del primo CLN della Liguria. Nel gennaio 1944, per decisione del Partito comunista, passò a Torino come rappresentante del partito nel CLN regionale piemontese, riuscendo a rinsaldare rapporti di collaborazione tra i vari esponenti del Comitato. Dopo la Liberazione, Ugolini fu membro della Giunta di governo del CLN del Piemonte e delegato del CLN Alta Italia nella fase che, nel giugno del 1945, portò alla formazione del governo Parri. Amedeo Ugolini assolse anche agli incarichi istituzionali di consigliere comunale e assessore alla Cultura della città di Torino. Per tre anni diresse l'edizione torinese de l'Unità. Diventò poi corrispondente da Mosca dell'organo del PCI, inviato speciale e collaboratore della terza pagina. Amedeo Ugolini, che è stato insignito, nel 1951, del "Premio Saint Vincent" di giornalismo, ha rivestito varie cariche nel movimento democratico ligure; fu anche vice presidente dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia. Continuò, inoltre, a coltivare i suoi interessi letterari, che si concretizzarono nella raccolta di memorie Uno come gli altri, e nel romanzo 10 soldi di tabacco, vincitore del "Premio Alassio". L'ISTORETO conserva un importante "Fondo Ugolini". Allo scrittore antifascista sono intitolate vie di Chiavari e di Torino.