Amilcare Debar
Era il solo italiano sopravvissuto tra i tanti sinti e rom che hanno partecipato alla Resistenza. Una sua scheda è compresa nella “Banca dati del partigianato piemontese”.
Qualche altra notizia su Debar (“Taro” e “Corsaro” durante la Resistenza), si trovava su un volantino distribuito a Milano dall’Associazione “Aven Amenza”, durante le celebrazioni per il sessantatreesimo della Liberazione.
Il giovanissimo Debar militò in Piemonte col nome di battaglia di “Corsaro”, al comando di Pompeo Colajanni, nel battaglione "Dante di Nanni” della 48ma Brigata Garibaldi. “Corsaro”, che era stato prima staffetta e poi partigiano combattente e che era stato ferito in combattimento nelle Langhe, ricevette il diploma di partigiano dalle mani del Presidente Sandro Pertini. “Dopo la guerra” (come ricorda il volantino citato), “fu rappresentante del suo popolo alle Nazioni Unite”.
Nello stesso volantino erano ricordati anche: il rom istriano Giuseppe Levakovic, che combatté nella “Osoppo”; Rubino Bonora, partigiano della Divisione “Nannetti” in Friuli; Walter Catter, fucilato a Vicenza l’11 novembre 1944; il suo cugino ventenne Giuseppe Catter, fucilato dai brigatisti neri nell’Imperiese. Nello stesso foglietto si rammentava pure che, insieme agli ebrei, durante la Seconda guerra mondiale, i rom furono sterminati dai nazisti.