Amos Paoli
Costretto a vivere su una carrozzella dai postumi della poliomielite, Amos Paoli non si sottrasse ai suoi doveri di patriota e di antifascista. Nonostante fosse gravemente menomato, dopo l'8 settembre 1943 fu un attivissimo organizzatore della resistenza armata in Lucchesia. La sua casa di Seravezza fu per quasi un anno centro di riunioni clandestine e di raccolta di rifornimenti ed armi per le formazioni partigiane della zona. Il 25 giugno del 1944, in seguito ad una delazione, i fascisti fecero irruzione nella abitazione di Paoli e, dopo un'accurata perquisizione, riuscirono a trovare armi e munizioni che vi erano nascoste. Perché parlasse e denunciasse i suoi compagni di lotta, i fascisti non esitarono a torturare Amos Paoli; ma egli si rifiutò di rivelare quanto sapeva. Trasportato dai suoi aguzzini a Massarosa, l'invalido fu seviziato vanamente per tre giorni e quindi trucidato.