Andrea Ragni
Antifascista, pochi giorni dopo l'8 settembre 1943, era entrato in una delle prime Brigate Garibaldi in via di formazione. Catturato dai fascisti, era riuscito a fuggire e a riprendere l'attività clandestina. Nuovamente finito in mano alle SS tedesche, Ragni era stato rinchiuso il 22 maggio 1944 nel carcere di San Vittore. Ne uscì con gli altri quattordici martiri della rappresaglia nazifascista. Il poeta Franco Loi, che allora, bambino, abitava nella zona, ha ricordato così la strage: «C'erano molti corpi gettati sul marciapiede, contro lo steccato, qualche manifesto di teatro, la Gazzetta del Sorriso, cartelli, banditi! Banditi catturati con le armi in pugno! Attorno la gente muta, il sole caldo. Quando arrivai a vederli fu come una vertigine: scarpe, mani, braccia, calze sporche.(...) ai miei occhi di bambino era una cosa inaudita: uomini gettati sul marciapiede come spazzatura e altri uomini, giovani vestiti di nero, che sembravano fare la guardia armati».