Angelo Giuseppe Zancanaro
Aveva combattuto nella Prima guerra mondiale come ufficiale di complemento. Pluridecorato, era stato passato in servizio permanente effettivo ed aveva partecipato prima alla guerra d'Etiopia e poi al secondo conflitto mondiale. Dopo l'impegno con gli alpini sul fronte occidentale era stato mandato su quello greco-albanese e poi in Jugoslavia.
Al momento dell'armistizio, Zancanaro si trovava, come tenente colonnello, al comando di un battaglione di alpini a Tarcento. Deciso a combattere i tedeschi, con un gruppo di suoi soldati si diede ad organizzare la lotta partigiana nella zona di Feltre, costituendo (con molti giovani volontari della frazione di Aune), una formazione molto agguerrita.
Nel giugno del 1944 i partigiani di Zancanaro portarono un audacissimo attacco alle carceri provinciali di Belluno, riuscendo a liberare 73 prigionieri. L'azione clamorosa fece scatenare la reazione dei nazifascisti. Nel corso di un rastrellamento notturno, il tenente colonnello degli alpini fu sorpreso, con pochi uomini, in una casa di Feltre. Rifiutata la resa e ingaggiato un violento combattimento, Zancanaro cadde col figlio Luciano e con i partigiani Oldino De Paoli, Romano Gino Colonna e Pietro Vendramin.
Una sala della Sezione Alpini di Feltre, che Zancanaro aveva contribuito, nel 1923, a costituire, è dedicata al valoroso ufficiale, che a Sacile è ricordato da un viale e da un cinema a lui intitolati.