Angiolo Mannucci
Viveva con i genitori e tre fratelli a Rignano sull’Arno (Firenze) e dopo l’8 settembre 1943 si era allontanato da casa per raggiungere i partigiani che, sui monti della vicina Emilia-Romagna, si battevano contro i nazifascisti.
Il 1° gennaio 1944 il ragazzo era già inquadrato nella 12ma compagnia dell’VIII Brigata che il mattino del 12 aprile 1944, quando i nazifascisti iniziarono un massiccio rastrellamento nella zona, si schierò vicino alla “Croce” di Biserno, per contrastare i tedeschi che dalla strada Bidentina, puntavano alla conquista dei crinali dove erano attestati i patrioti.
Investiti da un violentissimo tiro di mortai i partigiani della 12ma dovettero sganciarsi; sul posto restò, ferito, Angiolo Mannucci, che non volle ritirarsi per non abbandonare sul posto un suo amico, Rolando Murras, che aveva avuto un gamba tranciata di netto e che stava morendo dissanguato. All’arrivo dei nazisti Mannucci tentò una inutile, estrema difesa, e fu abbattuto con il suo compagno da una raffica.
Per otto giorni i cadaveri di Mannucci e di Murras rimasero, per ordine dei nazisti, insepolti sotto la croce dove erano stati finiti.