Anselmo Torchio
Dopo l'8 settembre 1943, il giovane autista accorse nelle file della Resistenza astigiana, assumendo il nome di battaglia di "Luciano". Nominato comandante di un battaglione della 16ma Brigata Garibaldi "Generale Perotti", che operava prevalentemente in provincia di Cuneo, nelle Langhe, "Luciano", con i suoi partigiani, partecipò a combattimenti in Val Bormida, a Murazzano e a Castelletto Uzzone. Il 22 gennaio 1945, il giovane, che si era recato in missione ad Asti, fu catturato dai fascisti e sei giorni dopo fu processato da un Tribunale militare. Condannato a morte, Torchio fu fucilato contro il muro di cinta del cimitero di Asti da un reparto di Brigate nere. L'ultimo messaggio mandato ai suoi cari dal morituro si concludeva così: "...il prete che mi ha dato l'ultima Comunione, vi farà avere questo mio scritto. Vi bacio tutti, perdonatemi. Il vostro Anselmo. W l'Italia". Ad Anselmo Torchio, ad Asti, hanno intitolato una strada. Un suo ritratto da partigiano è conservato, a Torino, nel Fondo dell'Associazione Nazionale Famiglie Martiri Caduti per la Libertà.