Antonio Danieli
Subito dopo l'8 settembre 1943, il ragazzo lasciò l'officina dove lavorava per entrare nelle file della Resistenza. Partigiano combattente in una formazione operante nel Trevigiano, si distinse per il suo coraggio in numerose azioni. Catturato nel corso di una pericolosa azione, fu trucidato dai fascisti che non riuscirono a strappargli la più piccola informazione. È stato decorato con Medaglia d'Oro con la seguente motivazione: "Partigiano diciottenne, si batteva valorosamente in montagna e in pianura senza mai risparmiarsi e sempre primo ove più ferveva la lotta. Partecipava a numerosi audaci colpi di mano e ad ardite azioni di sabotaggio, di esempio ai compagni per ardore combattivo e per supremo sprezzo del pericolo. Offertosi volontario per compiere una rischiosa missione in una zona controllata dal nemico, veniva catturato e sottoposto ad inumane sevizie perché denunciasse i nomi dei compagni di lotta. Le giovani carni furono dilaniate e bruciate con tizzi ardenti, i suoi occhi furono strappati col freddo acciaio delle baionette, ma dalla sua bocca non uscì che la sola invocazione per la Patria amata ed al grido di 'Viva l'Italia!' offrì il sacrificio della sua giovane esistenza".