Antonio Di Dio
Al momento dell'armistizio Antonio Di Dio si trovava a Parma, allievo di quella Scuola d'applicazione militare. Dopo un coraggioso tentativo di opporsi ai tedeschi, il giovane viene rinchiuso nella Cittadella. Vi resta tre giorni, poi riesce ad evadere e a raggiungere il fratello Alfredo, che è già impegnato con i primi nuclei della Resistenza in Val Strona. Antonio combatte i nazifascisti insieme ai partigiani di Filippo Beltrami e proprio con Beltrami ed una diecina di compagni viene ucciso a Megolo, nel febbraio del 1944, in un conflitto contro preponderanti forze nazifasciste, che avevano accerchiato il comando partigiano. Nella motivazione della ricompensa al valore è scritto: "Partigiano di indomito valore, già distintosi per ardimento ed audacia in numerosi combattimenti, attaccato da preponderanti forze nazifasciste rifiutava l'ordine di sganciarsi dall'accerchiamento e resisteva sul posto animando e spronando i compagni alla resistenza ad oltranza. Accortosi che il suo comandante, rimasto ferito, era stato accerchiato, accorreva vicino a lui per evitare che venisse sopraffatto dal nemico e con sublime spirito di sacrificio e di abnegazione cercava di metterlo in salvo. Cadeva colpito da una raffica di mitraglia che troncava la sua eroica esistenza offerta in olocausto alla redenzione della Patria". L'Università di Pavia, nel 1946, ha conferito ad Antonio Di Dio la laurea "ad honorem".