Antonio Enrico Canzio
Il maresciallo dei Carabinieri in congedo Antonio Enrico Canzio fornì un cospicuo contributo all’organizzazione della Resistenza nel chiavarese e partecipò a numerose azioni di guerriglia e sabotaggio contro le forze nazifasciste. Comandante di distaccamento partigiano, arrestato una prima volta e sottoposto poi a stretta sorveglianza dalle autorità occupanti, continuò nel suo impegno costituendo un centro di appoggio e di rifornimento delle formazioni clandestine in una fattoria di montagna della quale era proprietario.
Catturato una seconda volta nel corso di un rastrellamento, ebbe distrutta la casa per rappresaglia e fu sottoposto a torture affinché rivelasse i particolari della struttura organizzativa dei resistenti. Non parlò, proteggendo così l’incolumità dei suoi compagni di lotta. Per questo fu condannato a morte e fucilato al Poligono di tiro di Chiavari.
Nel dopoguerra alla memoria di Canzio fu assegnata la Medaglia d’Argento al Valor Militare: “Cadeva valorosamente, passato per le armi, inneggiando all’Italia. (Appennino ligure-emiliano, 10/6/1944 - Poligono di Chiavari, 5/10/1944)”.
La caserma dei Carabinieri nel Comune di Lavagna (GE) è intitolata al suo nome.