Antonio Giuriolo
Si era laureato in Legge all'Università di Pavia, ma si era poi affermato come insegnante di Lettere e critico letterario. Nel maggio del 1943, Giuriolo era stato richiamato e assegnato, col grado di capitano, al 7° Reggimento alpini di stanza a Belluno. Sorpreso dell'armistizio mentre si trovava al Deposito reggimentale, Giuriolo entrò subito in una formazione partigiana di "Giustizia e Libertà". Passò poi in Toscana, assumendo il comando di una Brigata "Matteotti", con il nome di battaglia di "capitano Toni" . Cadde dopo essere riuscito ad occupare con i suoi uomini la piazzaforte nazifascista di Corona. Questa la motivazione della massima ricompensa la valore: "Tra i primi ad impugnare le armi contro i nazifascisti con i pochi partigiani della montagna e, successivamente, organizzando vari reparti combattenti, partecipava ad epiche azioni di guerriglia e sabotaggio, distinguendosi per indomito valore e competenza. Nominato comandante di distaccamento e poi di brigata partigiana, guidava il reparto in valorosi combattimenti, infliggendo al nemico gravissime perdite e catturando prigionieri e ingente bottino di guerra. Alla testa dei suoi uomini contribuiva validamente alla liberazione di largo territorio dell'alta Toscana, rifulgendo per tanto eroismo e capacità di comando, che gli Alleati vollero il suo reparto affiancato alle loro forze di avanguardia, con le quali conquistava arditamente il caposaldo di Monte Belvedere. Durante il combattimento per l'occupazione della piazzaforte di Corona, teneva da solo testa ad un contrattacco nemico, nel nobile intento di proteggere il trasporto di feriti. Colpito a morte, chiudeva nel bacio della gloria la sua ammirevole vita. Esempio luminoso di eccezionale ardimento e di generoso altruismo". Al "capitano Toni" è dedicata la Scuola media statale di Arzignano, con un cippo che ne perpetua la memoria. Nel 1984, per i tipi di Neri Pozza, Antonio Trentin ha pubblicato un libro sulla vita del comandante partigiano - dal titolo Antonio Giuriolo - Un maestro sconosciuto - al quale è stato anche intitolato un rifugio nelle Dolomiti e la Sezione del Gruppo alpini di Vicenza.