Arturo Anderlini
Aveva aderito al Partito d'Azione clandestino e, dopo l'8 settembre 1943, il suo negozio di ottica, aperto nel 1920 ai piedi della Ghirlandina, era diventato un centro di attività del Comitato antifascista. Arrestato e processato da un Tribunale militare messo in piedi per la circostanza, il commerciante - che aveva contribuito alla salvezza di molti prigionieri alleati e di alcuni ebrei modenesi - era stato condannato a morte come "traditore e mercante della Patria" (così fu annunciata nei manifesti fascisti la sua fucilazione e quella dell'industriale Alfonso Paltrinieri).
Poco dopo la fucilazione di Anderlini, prese il suo nome una formazione partigiana (operante nell'Alto Appennino modenese), che avrebbe contribuito alla proclamazione della "Repubblica di Montefiorino".
Nel dopoguerra, a Modena, hanno intitolato ad Arturo Anderlini una via e una scuola.