Arturo Gatto
A Bologna, dove si era trasferito per lavoro dalla Sicilia, aveva preso a frequentare ambienti democratici. Dopo la caduta del fascismo era entrato a far parte del Direttivo bolognese del Partito d'Azione e, dall'inizio della Resistenza, era diventato ufficiale di collegamento dell'VIII Brigata "Masia", operante nella città di Bologna.
Il suo impegno fu stroncato il 4 settembre 1944, quando militi della GNR che si erano fatti passare per partigiani, lo arrestarono con quasi tutti gli altri membri del Comitato direttivo del PdA. Processato tra il 14 e il 19 settembre da un Tribunale militare, Gatto fu fucilato con i suoi compagni al Poligono di tiro del capoluogo emiliano.
Due lettere di addio di Arturo Gatto, alla figlia e alla moglie, sono conservate presso l'INSMLI nel "Fondo Piero Malvezzi - Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana ed europea".