Arturo Turani
Dopo l'8 settembre 1943 prese parte attiva alla Guerra di liberazione, organizzando un primo nucleo della Brigata "Matteotti" che, dopo la morte dell'architetto, sarebbe diventata Brigata "Arturo Turani". Arrestato il 15 novembre 1943, nella sua abitazione di via Pignolo, a Bergamo, dove aveva convocato una riunione clandestina, Turani fu consegnato ai tedeschi. Processato da un Tribunale militare germanico per attività partigiana e occultamento di armi, l'architetto fu condannato a morte. La sua fucilazione avvenne, tre mesi più tardi, nella caserma "Seriate" di Bergamo. I nazifascisti si liberarono del cadavere, seppellendolo sommariamente in un podere di Grumello del Piano dove, nell'agosto del 1944, fu casualmente ritrovato accanto a quello di un suo compagno, Giuseppe Sporchia. Le due salme furono quindi provvisoriamente inumate nel cimitero di Grumello. Nel sessantesimo della Liberazione, una lapide è stata apposta a Bergamo a ricordo di Turani, proprio nel luogo dove fu catturato.